INDICE


Capitolo 1  -  Se i muri potessero parlare

Capitolo 2  -  Monsignor Canopolo e le cacce al tesoro

Capitolo 3  - Una brutta sorpresa

Capitolo 4  - L’antico Canopoleno e il suo tesoro

Capitolo 5  -  Quando il sole e la luna si incontrano 

Capitolo 6  -  Una svolta inaspettata

Capitolo 7  -  La grande caccia dei bambini predestinati




Capitolo 1

Se i muri potessero parlare



Carissimi Bambini,


sono l'Ape Club Club



e vorrei condividere con voi una storia che ancora oggi non capisco se sia un sogno o mi sia realmente accaduta. Una storia che parla di un antico tesoro nascosto al Canopoleno e di una grande caccia che potrebbe portarci sulle sue tracce.



Qualche tempo fa, dopo una dura giornata lavoro, mi venne voglia di sgranchire le gambe facendo una passeggiata per il centro storico di Sassari.



Camminavo con passo rilassato tra le strette viuzze e con lo sguardo all'insù osservavo incuriosita i muri degli antichi palazzi. “Se solo potessero parlare,



Presa da questi pensieri, ad un tratto mi accorsi che non stavo solo immaginando ma stavo parlando a voce alta. Ero così sorpresa che non mi


accorsi di un 



traballante e sgangherato, a ridosso di un vecchio muro di un antico e maestoso palazzo. 


Abbozzando un sorriso di scuse, mi rivolsi a lui: “Come faccio a pensare che i muri mi possano parlare quando neanche son capace di fare attenzione a ciò che mi sta sotto il naso. Sa che non l'avevo proprio vista?”.



“E’ vero, i palazzi potrebbero parlarci di tante storie, purtroppo hanno la memoria ma non hanno la parola! Si sieda qua vicino a me e le racconterò cosa potrebbe dirle questo vecchio palazzo". 


Incuriosita 





Capitolo 2

Monsignor Canopolo e le cacce al tesoro


Si capiva che il vecchietto non stava  nella pelle, ebbi chiara l’impressione che aspettasse da tanto questo momento.


“Lo sa che questo palazzo è l’ex Convitto Canopoleno?”, iniziò a parlare, 



sa, lui era un mio lontanissimo parente. Io sono Peppino Canopolo", proseguì lui, “non ho fratelli né sorelle, sono l'ultimo rimasto di quella famiglia".


Io non sapevo che quel vecchio palazzo un tempo fosse stata la sede del Convitto Canopoleno, 




Nulla sapevo della sua storia.


Io stavo in silenzio mentre il vecchio Peppino prima mi raccontò del suo nonno, poi del suo bisnonno, dopo ancora del trisnonno quindi del nonno del trisnonno


e così via fino ad arrivare fino a 

Monsignor Canopolo,


fondatore del Canopoleno più di 400 anni fa, fratello del suo tris tris trisnonno Antonicco Canopolo. 


Mi raccontò che Monsignor Antonio Canopolo era una persona di gran cuore, innamorato dei bambini, che passava tantissimo tempo a giocare con i suoi quattro nipotini Tore, Gavino, Giommaria e Baingia, figli di suo fratello Antonicco.



Monsignor Canopolo, ogni volta che tornava a casa dai suoi lunghi viaggi per tutta la Sardegna, non mancava di passare a visitarli e di organizzare il gioco che a loro piaceva di più; la caccia al tesoro. Vedere i suoi nipotini sempre sorridenti gli riempiva il cuore di gioia.





Capitolo 3

Una brutta sorpresa




A quel tempo a Sassari non c'erano scuole 





e Tore, Gavino, Giommaria e Baingia crebbero senza imparare le materie, felici ma in effetti un pochino ignoranti, sapevano a malapena scrivere




Un giorno Monsignor Canopolo, al rientro da uno dei suoi soliti lunghi viaggi, ebbe tanta voglia di riabbracciare i suoi nipotini. Andò a casa del fratello Antonicco ma, appena entrato in casa, 


lo trovò in lacrime.




Sentendo in casa il solo vociare di Tore, oramai giovanotto, esclamò: “Che cosa è successo ai miei cari nipoti Gavino, Giommaria e Baingia? Dove sono?“.



A Monsignor Canopolo si fermò per un attimo il cuore,




aggiunse Antonicco, 



”hanno provato in tutti i modi a trovare lavoro qua a Sassari, ma niente da fare".





A Monsignor Canopolo tremavano le gambe e col cuore a pezzi lesse la lettera che Gavino, Giommaria e Baingia avevano lasciato per lui.


Il Monsignore non poté trattenere le lacrime, mentre leggeva gli tornavano alla mente i ricordi dei tanti momenti felici passati con loro, quando le serate passavano serene giocando ad avventurose cacce al tesoro.


Monsignor Canopolo non rivide più Gavino, Giommaria e Baingia ma i bravi nipoti continuarono per tanti anni a scrivergli delle belle lettere.




Per fortuna in Cina avevano studiato e avevano trovato un bel lavoro come insegnanti alle scuole elementari.





Gavino diventò un maestro di Italiano e Sassarese che insegnava ai Cinesi che volevano andare a Sassari per vendere tante cose a prezzi molto convenienti.


Giommaria diventò un maestro di geografia e inventò un nuovo modo per insegnare la sua materia solo con quiz e indovinelli.



Baingia divenne insegnante di storia,

matematica geometria e scienze, ma le scienze la appassionavano di più, infatti coltivò sempre il sogno di inventare una macchina del tempo per incontrare i bambini di Sassari che avrebbero vissuto dopo tanti secoli. 







Capitolo 4

L’antico Canopoleno e il suo tesoro


In ricordo dei cari nipoti costretti ad andar via così lontano da casa, Monsignor Canopolo disse a Tore, l'unico nipote rimastogli: “Caro nipote, tu che sei un ottimo muratore devi costruire un bel palazzo nel centro di Sassari, ne farò una scuola in ricordo di Gavino, Giommaria e Baingia". 


E Tore così fece, costruì un grande e bellissimo palazzo: il primo Convitto Canopoleno.




Da allora in poi tutti i bambini di Sassari avrebbero potuto frequentare la scuola e sapere tante cose.


Passarono gli anni e poco prima di morire, Monsignor Canopolo chiamò il nipote Tore e gli svelò un suo segreto: 



L’esistenza di questo tesoro dovrà rimanere segreta. Promettimi che dirai ciò che ora ti sto confessando solo al tuo figlio maggiore, lui dovrà fare lo stesso con suo figlio e così tutti i discendenti per tanti secoli”.


“Solo quando saranno passati almeno 400 anni“, aggiunse Monsignor Canopolo, "quando il sole e la luna si saranno incontrati e quando non ci saranno più figli maschi nella nostra stirpe, il nascondiglio segreto potrà essere rivelato. 


Ma ricorda", ammonì Monsignor Canopolo,




“solo bambini come i miei piccoli Gavino, Giommaria e Baingia  potranno trovarlo, solo bambini che sapranno divertirsi collaborare e studiare insieme. Ma prima dovranno dimostrarlo. Ora avvicinati che ti dico dove è nascosto e come potranno trovarlo......". 


Tore ascoltò con pazienza e commozione le parole dello zio sofferente, sapere dove era nascosto il tesoro lo riempiva di orgoglio. Poi il vecchio zio, col fiato flebile, aggiunse, "caro nipote, quello che ti ho appena rivelato non è l'unico segreto che conservo".


Tore si dovette chinare sul suo viso per udire le parole sempre più deboli, 



Il Monsignore non fece in tempo a proseguire che i due angeli che da giorni lo accudivano al capezzale lo abbracciarono porgendogli una pergamena.

 



Il vecchio con le ultime forze in corpo scelse l'opzione corretta e finalmente volò in cielo insieme ai suoi nuovi amici.





Capitolo 5

Quando il sole e la luna si incontrano




è finalmente arrivata l'ora", mi disse Peppino con tono deciso, “siamo nel 2017 e son passati più di 400 anni, il sole e la luna si sono incontrati, infatti il Canopoleno, ora è in via Luna e sole e io sono l’ultimo della stirpe di Monsignor Canopolo. E’ arrivato il momento di svelare dove si trova il tesoro".


“Dove si trova il tesoro?, è ancora in questo vecchio palazzo?”,



chiesi io con grande curiosità.


“Il tesoro non si trova più in questo vecchio palazzo del centro storico",


mi rispose, "io stesso nel 1967 ho lavorato come muratore alla costruzione del nuovo edificio in via Luna e sole. Per rispettare il volere di mio tris tris tris tris zio Monsignor Canopolo, 




e l'ho nascosto nel nuovo complesso in via Luna e sole. Ora è proprio lì, sotto il naso di tutti!!! “.


“Ma qualcuno lo potrà mai trovare?”. Chiesi titubante.


“Certo!", mi disse, "ora è tempo che i bambini lo trovino, ma solo se dimostreranno di rispettare la volontà di Monsignor Canopolo: essere dei bravi studenti che sanno collaborare, giocare e divertirsi insieme”.


"C'è un problema però, al tempo in cui lavoravo alla costruzione del nuovo Canopoleno


Temendo di non essere più in grado di organizzare la caccia al tesoro scrissi un biglietto che ne indicava il nascondiglio e lo misi sotto un armadio al Canopoleno.


Speravo che prima o poi i bambini lo trovassero comunque, anche senza caccia al tesoro", si fermò e poi aggiunse, "poi fortunatamente mi ripresi dalla malattia ma da allora iniziai a soffrire di gravi perdite di memoria e non ricordo più né dove ho nascosto il tesoro


né dove ho messo il bigliettino".



Smise di parlare, si allontanò e scomparve tra le viuzze.


Dopo quella sera, tornai lì ogni giorno, per una settimana, nello stesso posto e alla stessa ora ma non riuscii ad incontrare ancora il vecchio Peppino. Per giorni sentii una grande tristezza ma inspiegabilmente anche una immensa gioia. Che strano. 




Capitolo 6

Una svolta inaspettata


Poi qualche giorno fa è successa una cosa incredibile.


Dai miei nipotini che frequentano il Canopoleno son venuta a sapere che proprio lì un bambino, sotto un vecchio armadio, aveva trovato un vecchio pezzo di carta nel quale un tal Peppino Canopolo parlava di un antico tesoro





Sfortunatamente però proprio la riga che avrebbe dovuto rivelarne il luogo era illeggibile perché consumata dal tempo.


Ho capito subito che si trattava del vecchietto che incontrai tempo fa e che mi raccontò la storia di un misterioso tesoro al Canopoleno.


Grazie all'aiuto dei miei nipoti son riuscita ad incontrare i genitori del bambino che ha ritrovato il biglietto di cui mi aveva parlato il vecchio Peppino  e a farmelo consegnare.


Piena di gioia e di speranza son corsa nel medesimo posto dove tempo fa incontrai Peppino. 

Era lì, sembrava mi aspettasse da sempre. Gli ho mostrato il biglietto e gli occhi gli si sono illuminati. 




Dopo un paio di ore di attesa eccolo che si avvicina dal fondo della via. "Ora ricordo tutto", mi ha detto porgendomi quella che ho riconosciuto essere una penna usb per il computer.






Capitolo 7

La grande caccia dei bambini predestinati


Peppino con il solito entusiasmo poi ha aggiunto: “ Mia nipote, che è molto brava col computer, ha creato per me una caccia al tesoro come quelle che piacevano al mio tris tris zio ma con strumenti che piacciono ai bambini di oggi. Ho fatto nascondere tanti indizi al Canopoleno. Indizio dopo indizio ora son sicuro che i bambini arriveranno al TESORO DI CANOPOLO".


Non stavo nella pelle, una caccia al tesoro nella scuola dei miei nipotini per trovare il tesoro di Canopolo nascosto da più di 400 anni



“Come facciamo a trovare gli indizi che ci guideranno verso il tesoro?”. Gli ho chiesto impaziente.


“Ecco come farete", mi ha risposto lui, “ prendi quel coso che ti ho dato, quella penna, e mettila nel computer, lì troverete le istruzioni che dovrete seguire.   



Solo così troverete il tesoro di Canopolo".


Peppino a quel punto si è alzato, ha preso il suo sgabello, mi ha voltato le spalle e con passo inaspettatamente sicuro si è allontanato rapidamente.


“Fate in fretta però”, ha fatto in tempo a dirmi da lontano,


"I bambini dovranno trovare il tesoro entro la fine dell’anno scolastico, altrimenti rimarrà nascosto per sempre!”.


Di quei momenti mi rimane ora un bellissimo ricordo, una pennetta per computer e un grosso dubbio sul tesoro di Canopolo;


 è solo un sogno, una vecchia leggenda o è proprio realtà?


Cari bambini è ora di scoprirlo.